SAPERE E SAPERI

2014

I DIALOGHI DELLA  DANTE

   

 

 

Pascoli: le opere, i giorni, le ore dell’io

 

Sebastiano Valerio dialoga con Renzo Scarabello

Auditorium della Biblioteca Provinciale La Magna Capitana
Venerdì  11 Aprile 2014 ore 17.30

 

   

 

 

La grande poesia italiana del primo Novecento chiude, venerdì 11 aprile alle ore 17,30  all’Auditorium della Biblioteca Provinciale, la nutrita serie degli incontri culturali della rassegna “Sapere e Saperi”, ideata e promossa dal Comitato di Foggia della Società Dante Alighieri e dalla Biblioteca Provinciale “La Magna Capitana”. “Pascoli: le opere, i giorni, le ore dell’io”  è il tema su cui si dipanerà il dialogo tra Sebastiano Valerio, docente dell’Università di Foggia, e Renzo Scarabello, noto studioso foggiano.

Su Giovanni Pascoli come trait d’union tra vecchio e nuovo, al confine tra due secoli, o al contrario come autentico anticipatore della grande stagione poetica del Novecento italiano, la discussione è a tutt’oggi ancora aperta. La sua poesia ha subito adesioni e ripulse, ciò non ha impedito di additarlo, accanto al più scandaloso D’Annunzio, erede di Carducci e autore canonico nei programmi scolastici. Dalla semplificazione di Croce che ravvisa nell’idillio ingenuo fanciullesco la nota più autentica della sua poesia, occultata però da insuperabili limiti di artificiosità, di forzate sperimentazioni metriche e di frammentazione, all’accoglienza favorevole dei critici e dei letterati legati alle avanguardie primo-novecentesche tra cui Cecchi, Borgese, e soprattutto Renato Serra, che in un saggio del 1909 vide in Pascoli un poeta antiletterato alla ricerca di un rapporto rinnovato e non mediato con le cose, “un poeta fanciullo” quale la stessa poetica pascoliana prefigurava.

Negli anni Venti e Trenta, soprattutto in seguito alla lezione di Walter Binni, è valorizzata l’appartenenza di Pascoli al Simbolismo per quel che riguarda il senso del mistero e soprattutto per la tendenza al frammentismo analogico e alla valorizzazione dell’oggetto simbolico.

Tra la seconda guerra mondiale e gli anni Settanta la critica di area marxista -Salinari, de Castris, Sanguineti, Asor Rosa -con un uno spunto già presente in Antonio Gramsci- mostrò come stretto fosse in Pascoli il rapporto tra ideologia piccolo-borghese e poetica decadente.

Accanto alla riflessione sull’ideologia pascoliana, decisivi nel delineare la personalità del poeta furono gli studi sulla lingua di cui il Pascoli fu un autentico innovatore sul piano lessicale, stilistico, metrico-formale. Dopo Giacomo Devoto, autore già nel 1937 di un saggio sulla lingua pascoliana, sia Gianfranco Contini che Pier Paolo Pasolini misero in luce l’importanza del linguaggio pascoliano come segno anticipatore del Novecento. In questi ultimi anni prevalente è la tendenza a rivalutare  di Pascoli l’appartenenza a pieno titolo al Simbolismo europeo.

 

Renzo Scarabello, noto studioso foggiano e cultore di studi danteschi, già docente del Liceo classico Lanza di Foggia, recentemente ha approfondito i rapporti tra poesia, musica e teatro nella letteratura medievale, in tale direzione ha curato la sceneggiatura di concerti danteschi e iacoponici. Ultimo suo lavoro, un saggio sulla Beatrice dantesca, ora pubblicato nella rivista «Nuova Antologia».

Sebastiano Valerio è professore ordinario presso l’Università di Foggia dove insegna Letteratura italiana. Si occupa di letteratura umanistica e rinascimentale, con una particolare attenzione all’area meridionale. Ha studiato l’opera di Antonio Galateo, di cui ha pubblicato in edizione critica il dialogo Eremita, nell’ambito dell’Edizione nazionale dei testi umanistici (2009). Ha lavorato inoltre attorno all’opera di Dante e alla sua fortuna e si è occupato della letteratura del sec. XIX con particolare attenzione per Giovanni Pascoli. Ultimo saggio del 2011  è  Amor d’Italia. Percorsi della lirica risorgimentale.

 

 

     

Donatella Di Adila
(Responsabile Comitato di Foggia)